Dopo la pubblicazione del Calendario Venatorio 2025/26 della Regione Sicilia da parte dell’Assessorato competente e degli uffici regionali preposti, trascorsi i termini di legge per l’eventuale impugnazione dello stesso da parte delle solite sigle ambientaliste, sono venuti alla ribalta comunicati guarniti di tesi contorte in stile complottistico, farcite di ragionamenti romanzeschi che farebbero invidia ai migliori scrittori e sceneggiatori di fantascienza e chi più ne ha, più ne metta.
Queste poche righe desiderano solo fare chiarezza e dare un’impronta di ragionevolezza solo nei confronti dei cacciatori isolani che non meritano certamente di essere fuorviati, confusi e raggirati da questa nefanda attività e, ahimè, ormai consolidata abitudine da parte di alcuni, che per mascherare le proprie colpevoli negligenze, assenze ed inettitudine, ricorrono a tali artifici. Tali mezzi vengono chiamati comunemente “macchina del fango”.
Andiamo per ordine.
Il Calendario Venatorio è emanato attraverso un decreto assessoriale che si fonda su studi e motivazioni scientifiche e legali. Alla predisposizione di tale provvedimento concorrono varie fasi corredate dall’acquisizione di documenti importanti e necessari:
- il parere ISPRA, che dovrebbe essere prettamente scientifico e non vincolante;
- il parere tecnico del Comitato Nazionale Faunistico Venatorio anch’esso non vincolante;
- i lavori ed il parere del Comitato Faunistico Venatorio Siciliano, anch’esso necessario ma non vincolante.
Tutte fasi essenziali nell’iter formativo dell’atto amministrativo, fermo restando che gli uffici regionali si possono tranquillamente discostare dai suddetti pareri specificando, ovviamente, il supporto scientifico e legale a motivazione di tali decisioni.
E fin qui non si è certamente scoperta l’acqua calda, tutto in linea con il previsto iter burocratico.
Ma allora cosa è cambiato in questi ultimi anni: innanzitutto l’approccio più interessato degli ultimi Assessori alla materia, gli uffici regionali che hanno seriamente ed obbiettivamente lavorato con determinatezza, diligenza e correttezza per dare alla luce dei calendari venatori fondati su motivazioni sia scientifiche che legali che hanno permesso perfino al TAR di potere esprimersi in modo più consapevole.
Altrettanto vero è che negli anni trascorsi dove si è veramente penato per andare a caccia in modo dignitoso hanno giocato dei fattori deleteri, quali:
- l’inserimento nei calendari di proposte presentate senza alcuna fondamento di ragionevolezza offrendo il fianco, già debole, agli ambientalisti.
- la mancanza totale di fondatezza delle decisioni prese sul C.V. su basi veramente scientifiche e legali. Addirittura pretendendo di presentare calendari venatori per nulla motivati e aspettando poi il parere Ispra ed il conseguente ricorso per motivarli. Un vero e proprio suicidio, come dimostrato dai fatti, peraltro dietro suggerimento di associazioni assai blasonate.
- l’assenza di partecipazione della maggior parte delle associazioni venatorie siciliane per difendere, nelle sedi giudiziarie, il calendario venatorio e soprattutto gli interessi consolidati del mondo venatorio siciliano, perché è assolutamente compito primario delle stesse difendere i giusti diritti dei cacciatori e non approfittare e demandare questo atto fondamentale a poche altre Associazioni solo per convenienza di interessi economici non mettendo mano al portafoglio associativo o per comodità, vivendo così di luce riflessa, salvo attribuendosi poi risultati non propri.
- nel non fermarsi nello scrivere, chiedendo e proponendo nefandezze di ogni tipo agli organismi politici, senza alcuna motivazione tecnico-scientifica e legale, non sapendo dopo, ovviamente, come supportarli. Il populismo usato come facile consenso solo per racimolare i proventi delle tessere è stato il danno maggiore in tutti questi anni di umiliazioni subite dalla nostra passione. Purtroppo questo succede ancora oggi.
Tornando al Calendario Venatorio Siciliano, “questo sconosciuto”, è oramai chiaro che deve essere un documento chiaro ed esaustivo in tutte le sue parti sia scientifiche che legali, stilato da persone capaci e competenti, questo è il principio vincente, sia esso composto di 450 pagine, di 600 o di 1000, l’importante è che sia il più possibile INATTACCABILE. A riprova di questa affermazione basta guardare i calendari impugnati e sospesi in svariate regioni italiane proprio perché privi di adeguati contenuti motivati, esclusivamente informativi, ovviamente destinati a naufragare miseramente sotto la scure della giustizia amministrativa.
Ancora in questi giorni si leggono e si ascoltano sollazzi mentali, come di chi dopo la conclusione dell’iter amministrativo, continua a scrivere e proporre modifiche, denotando assoluta ignoranza in materia, nonché palesemente fuorviando i cacciatori. Le proposte vanno fatte nelle sedi appropriate e nei termini amministrativi e legali previsti, dopo di che è solamente ignoranza e malafede, ispirata a chissà quali fini e non certo per il bene primario della caccia.
Poi c’è anche chi, a seguito del mancato ricorso, racconta mirabolanti interventi istituzionali ed altre enormi stupidaggini quando la modifica legislativa è stata applicata solo quest’anno e comunque anche l’anno passato il ricorso è stato rigettato dal TAR a seguito della difesa posta in essere dall’Assessorato in sinergia con le Associazioni che hanno dato incarico ai loro legali di costituirsi “ad opponendum” contro il ricorso ambientalista: ANCA, ANUUMIGRATORISTI, ITALCACCIA, LIBERI CACCIATORI SICILIANI, F.I.D.C., UNAVES e Associazione SICILIA NOSTRA.
Il Calendario Venatorio 2025/2026 non è altro che un aggiornamento di quello dell’anno passato… quindi non potrebbe essere che, putacaso, sia solo stato fatto un buon lavoro con serietà ed obbiettività, peraltro suffragato dalla sentenza del TAR, tale da rendere semplicemente non interessante il ricorso? Ben venga la modifica legislativa intervenuta adesso, perché in ogni caso si sarebbe andati a caccia con lo stesso Calendario.
Certamente le associazioni venatorie che non hanno mai difeso il Calendario Venatorio hanno fatto un respiro a pieni polmoni di compiacimento, perché per l’ennesima volta avrebbero fatto una figura “barbina” dovendo cercare una giustificazione alla loro inefficienza per i loro associati.
Discorso a parte va fatto a voi cacciatori… quando ascoltate chiedete sempre le prove e un riscontro documentale, non abboccate come pesciolini in balia di squali senza denti e senza alcuna pietà (per voi…), questi personaggi inutili vivono sulla caccia e non per la caccia.
Intenzionalmente, oggi, non si sono voluti fare nomi e cognomi di chi ha remato contro volontariamente e/o per pura ignoranza o per interessi personali, ciò per un bene superiore: la nostra passione per la Caccia, che è di tutti ma non può essere gestita da chi non ha competenza di farlo o non ha alcun interesse se non il proprio, nel farlo.
In allegato leggete il parere dato dall’ISPRA, il parere dato dal Comitato Nazionale ed infine il verbale del Comitato Regionale Faunistico Venatorio sede deputata ed idonea ad esprimere pareri e proposte e se vi capita rileggete il calendario siciliano, ma in toto, non solo nelle parti che potrebbero essere per voi più interessanti, perché tutto il calendario è interessante per chi vuol veramente conoscere, capire e sapere.
Buon ferragosto
A.N.C.A. Vincenzo Salamone
ANUU MIGRATORISTI Sebastiano Valfrè
LIBERI CACCIATORI SICILIANI Stefano Privitera
ITALCACCIA SICILIA Vincenzo Cappadonna
SICILIA NOSTRA Domenico Pappalardo
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VERBALE COMITATO REGIONALE FAUNISTICO VENATORIO SEDUTA DEL 20 MAGGIO 2025